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Alla fontana delle Anguane e al Boschetto Delle Radici )O(

                             


Vecchie leggende diffuse soprattutto nelle zone montane del Friuli e del Triveneto, ma presenti anche nel folclore della Laguna di Grado e Marano, parlano delle Anguane.
L'anguana (dal lat. aqua=acqua, con sonorizzazione della q, infisso nasale n, aggiunta del suffisso an, desinenza femminile a) nota come Agana nelle tradizioni friulane e carniche, è una ninfa tipica della mitologia alpina.

A seconda delle varie località o leggende, le Anguane si presentano con particolarità differenti le une dalle altre, in genere vengono rappresentate come spiriti affini alle ninfe, caratterialmente si fondono con le ondine o altre figure della mitologia germanica e slava.

A seconda delle varie località o leggende, le Anguane si presentano con particolarità differenti le une dalle altre, in genere vengono rappresentate come spiriti affini alle ninfe, caratterialmente si fondono con le ondine o altre figure della mitologia germanica e slava. In alcune leggende si afferma che fossero donne morte di parto o fanciulle, o anime di bambine nate morte; meglio ancora benandanti al femminile (nate avvolte dal sacco amniotico). In altre storie e tradizioni sono viste come donne dei boschi dedite ad un culto pagano ( unendo il mito alla realtà delle religioni sciamaniste vive in Friuli e in Carnia sino al XVII secolo) ma sempre considerate figure non umane appartenenti al mondo degli spiriti.

Molto spesso venivano descritte come giovani donne, molto attraenti capaci di sedurre gli uomini, oppure si presentavano come esseri per metà ragazze e per metà rettile, in grado di lanciare forti grida (in Veneto esisteva, fino a poco tempo fa, il detto "Sigàr come n'anguana", gridare come un'anguana). In altre storie sono delle anziane magre e spettrali, che girano di notte e che si dileguano prima che chi le incontra possa vederle in viso. Vestite, nelle leggende friulane, quasi sempre di bianco, nelle altre tradizioni invece, amano molto i colori brillanti e accesi, come il rosso e l'arancione (ma raramente appaiono indossando stracci di colore nero). 

In ogni caso tutte le leggende sulle anguane dicono che in queste creature, sono presenti uno o più tratti non umani, per esempio: piedi di gallina, di anatra o di capra, gambe squamate, una schiena "scavata" (che nascondono con del muschio o con della corteccia). L'altro elemento comune su cui tutte le leggende concordano è che le anguane vivono presso fonti e ruscelli e sono protettrici delle acque. Si dice che dei pescatori rivoltisi a loro con rispetto, abbiano avuto in cambio molta fortuna. Si narra anche di come abbiano insegnato agli uomini molte attività artigianali tradizionali, quali la filatura della lana o la caseificazione, ma guai se non veniva mostrata riconoscenza all’anguana per i suoi insegnamenti o gli uomini rompevano il patto stretto con ella, questa se ne andava, offesa, senza insegnare loro più niente. Nei comuni cimbri veronesi le anguane (in questo territorio chiamate anche Bele Butèle, Belle Ragazze), erano un tempo addette ai pozzi e lavavano i panni della gente delle contrade, ma si rifiutavano di lavare quelli di colore nero.

Si racconta anche che esse erano solite terrorizzare o burlare i viaggiatori notturni, spargere discordia, in particolare tra le donne, rivelando segreti e pettegolezzi, inoltre, se insultate, erano inclini alla vendetta, portando sfortuna a vita al malcapitato, ma non uccidevano mai uomini o animali. Spesso se incontravano giovani ragazze che si attardano fuori casa la sera le costringevano, vanamente e per tutta la vita, a riempire d’acqua cesti di vimini. 

Altre storie popolari invece affermano il contrario cioè che fossero le anguane male intenzionate a essere ingannate da uomi astuti che le pregava di riempire un cesto di vimini per trattenerle, fino al sorgere del sole, fuori dalla loro casa dove avevano deciso di accamparsi. (Appunto ancora adesso in diversi luoghi del Friuli vige l'usanza di lasciare davanti all'ingresso di casa un cesto di vimini, così l'anguana cercherà invano per tutta la notte, di riempirlo d'acqua lasciando in pace gli abitanti della stessa.
Queste creature smisero di mescolarsi con gli umani dopo il Concilio di Trento.








Testi tratti da "http://www.rossovenexiano.com/blog/anguane"

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