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Visualizzazione dei post da novembre, 2018

La Dea nella storia

In principio era la Madre. Tra le sculture dell'età della pietra a noi note, ci sono 55 figure femminili e solo 5 figure maschili. Le figure maschili, di giovani, sono atipiche ed eseguite malamente, per cui è certo che non avessero valore culturale.  Nelle società primitive il ruolo maschile nella procreazione non era compreso: si credeva che le donne concepissero dalla luce della luna o per mezzo degli spiriti ancestrali. Nessuna sorpresa perciò che la donna divenisse il simbolo della Madre Terra, entrambe producevano misteriosamente la vita e la nutrivano. Le sculture paleolitiche femminili (tra cui la Venere di Willendorf- vedi foto) erano potenti simboli di fertilità, con ventri e seni enormi. La prima divinità che l'umanità concepì fu quindi Madre Terra e la prima società umana fu inevitabilmente matrilineare. da "La Dea delle Streghe" J.&S. Farrar

La magia delle Erbe e dei Fiori

Nei villaggi dei tempi antichi c'era sempre una strega bianca, la saggia o l'herbana, con il suo giardino pieno di strane erbe profumate. Probabilmente il suo giardino ospitava anche un rospo che, secondo i pettegolezzi sussurrati dai compaesani, era il suo famiglio. Ma la vera funzione del rospo in giardino era quella di tenere a bada gli insetti parassiti, perchè questa creatura innocua e intelligente si nutre d'insetti e perciò è amica di ogni giardiniere, a dispetto di tutte le leggende sinistre che circolano su di lei. Quasi sicuramente il giardino della saggia del villaggio era tutt'altro che ordinato ma era un luogo di magia, pieno di profumi, colori e mistero. Anche noi possiamo coltivare un giardino capace di portare fortuna e magia nelle nostre vite, grazie agli insegnamenti dell'antica tradizione erboristica. Per esempio, possiamo piantare erbe aromatiche  come la lavanda, il rosmarino, la salvia e il timo. da "Magia naturale" D. Valient

La Processione dei Morti

Una credenza diffusa in tutta Europa sostiene che i morti tornano in processione a visitare periodicamente i luoghi della loro passata esistenza. Per alcuni questo ritorno non è altro che una forma di espiazione dei peccati commessi in vita; da noi prevale la credenza che essi tornino alla loro casa per nostalgia, per amore dei loro cari ancora vivi. Questi, a loro volta, li attendono la "Sera dei Morti", la vigilia del 1 novembre e preparano il loro piatto con cibi rituali, perchè anche i morti possano mangiare. E' appunto il "Piatto dei Morti" che va considerato come espressione di fede: se possono mangiare vuol dire che sono ancora vivi nell'Aldilà. In Valsugana preparano i secchi pieni d'acqua perchè si possano dissetare; se li trovassero vuoti, andrebbero a tirare i piedi a chi dorme. In altre zone, la figlia prepara la focaccia che la madre preferiva da viva; nel rovigotto mettono sul comodino una scodella di caffèlatte. Sono anche detti "