Una credenza diffusa in tutta Europa sostiene che i morti tornano in processione a visitare periodicamente i luoghi della loro passata esistenza. Per alcuni questo ritorno non è altro che una forma di espiazione dei peccati commessi in vita; da noi prevale la credenza che essi tornino alla loro casa per nostalgia, per amore dei loro cari ancora vivi. Questi, a loro volta, li attendono la "Sera dei Morti", la vigilia del 1 novembre e preparano il loro piatto con cibi rituali, perchè anche i morti possano mangiare. E' appunto il "Piatto dei Morti" che va considerato come espressione di fede: se possono mangiare vuol dire che sono ancora vivi nell'Aldilà. In Valsugana preparano i secchi pieni d'acqua perchè si possano dissetare; se li trovassero vuoti, andrebbero a tirare i piedi a chi dorme. In altre zone, la figlia prepara la focaccia che la madre preferiva da viva; nel rovigotto mettono sul comodino una scodella di caffèlatte.
Sono anche detti "Ritornanti", in particolare nel Friuli: vanno in processione in mezzo alla strada e hanno il dito mignolo della mano destra acceso come un lume. Sono considerate "Anime del Purgatorio" e nel Friuli sono costrette per espiazione a lavorare sul monte Canino, rompendo, durante la notte, i massi della montagna.
Da "Gnomi, anguane e basilischi" di Dino Coltro
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